Il complesso monumentale chiamato Palazzo Chiaramonte, noto ai Palermitani come lo “Steri”, presenta una complessa stratificazione di testimonianze storiche, architettoniche e storico-artistiche che hanno interessato la città a partire dalla prima metà del Trecento. Il nucleo principale è costituito, infatti, dal palazzo edificato nei primi anni del XIV secolo per volontà della famiglia Chiaromonte, conti di Modica. Il palazzo è stato affiancato da altri edifici costruiti nel corso dei secoli e ha avuto molteplici destinazioni d’uso (residenza nobiliare, sede dei viceré spagnoli, del Tribunale dell’Inquisizione e della Dogana), ma è stato soprattutto scenario di alcune tra le più importanti vicende politiche e sociali della storia siciliana.
Il complesso monumentale dello Steri, a lungo sede del Tribunale del Sant’Uffizio, comprende anche gli ambienti in cui furono ospitate dal 1607 al 1782 le carceri dell’Inquisizione. Spazi ricchi di testimonianze storiche, resi fruibili e noti al grande pubblico a seguito degli interventi di restauro del 2002. Negli spazi angusti e bui delle celle, i prigionieri hanno lasciato testimonianze, decorando le pareti con immagini e iscrizioni che rendono la struttura una preziosa fonte per la ricostruzione storica. Sulle pareti si leggono, infatti, numerose preghiere, invocazioni e composizioni poetiche in italiano, dialetto, latino e inglese, mentre le raffigurazioni di soggetto sia sacro e che profano spiccano per la cura dei dettagli e la resa degli attributi iconografici.
Lo Steri, oggi sede del Rettorato degli Università degli Studi di Palermo, custodisce anche il noto il soffitto dipinto della Sala Magna o dei Baroni. L’opera, realizzata tra il 1377 e il 1380, è considerata come una tra delle più significative testimonianze della produzione storico-artistica siciliana del XIV secolo. Il soffitto ligneo, interamente coperto da una ricchissima decorazione pittorica, che richiama temi tratti dai poemi epici e cavallereschi, dal testo biblico, dai cantari e dalle leggende medievali, appare come un manufatto articolato e complesso, sia dal punto di vista strutturale che decorativo, e si presenta ricco di connotazioni fortemente simboliche e identitarie strettamente legate alla prestigiosa committenza dei Chiaromonte. La varietà dei temi decorativi e dei cicli figurativi evidenzia la coesistenza nella Sicilia del ‘300 di molteplici istanze culturali e artistiche di portata mediterranea e continentale, che hanno ispirato la realizzazione di un’opera che in maniera piena ed efficace riesce a sintetizzare la ricchezza e la complessità della dimensione storica, culturale, politica e sociale della Sicilia medievale.
Il soffitto dipinto della Sala Magna e le celle delle carceri dell’Inquisizione fanno del complesso monumentale dello Steri un unicum nel vasto panorama dei Beni Culturali siciliani, un luogo simbolo in cui la storia nel corso dei secoli sembra essersi addensata e stratificata, lasciando tracce con forme complesse e diverse che evocano un passato carico di profondi significati e suggestioni, che ormai sono patrimonio della memoria collettiva.
Palazzo Steri è stato scelto come luogo per la sperimentazione delle metodologie e tecnologie VASARI al fine di migliorare l’esperienza di visita rimuovendo ostacoli e barriere alla fruizione. Un’installazione interattiva ‘smart table’ permette di esplorare il soffitto ligneo della Sala Magna, andando ad osservare i dettagli di interesse anche ad altissima risoluzione e soffermarsi sulle informazioni e sugli aspetti che si desidera approfondire.
La tecnologia di realtà virtuale sperimentata in VASARI dall’Università degli Studi di Palermo permette una visita ai luoghi delle carceri.